Una suggestiva Testa di San Paolo

Questa imponente testa raffigura un uomo barbuto colto in un momento di potente espressione drammatica. Lo scarto della testa, lo sguardo rivolto improvvisamente verso l’alto, la contrazione della fronte, il corrugarsi delle sopracciglia e la bocca minuta dalle labbra carnose, descrivono efficacemente l’intenso pathos del personaggio.

Lo scultore si sofferma nella resa dettagliata della chioma e della barba riccia, nei diversi tipi di grinze che compaiono su una pelle matura esposta al sole e nella forma peculiare del cranio: senza dubbio, il risultato di un’attenta osservazione fisiognomica.
Le tracce di una policromia naturalistica – facilmente identificabili in diverse aree della scultura come l’incarnato, le pupille, le labbra rosse e la chioma scura – rappresentano un elemento raro e prezioso per un’opera rinascimentale in arenaria.

Sia il tipo di arenaria che il modo di scolpire la testa qui analizzata si avvicinano molto alle poche sculture superstiti completate tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo nell’area di Strasburgo, una regione culturale dove per secoli l’arte francese si è intrecciata con quella tedesca. In particolare, la descrizione realistica della fronte aggrottata, gli alti zigomi e il modo in cui le sopracciglia carnose avvolgono gli occhi, così come la leggera ma dettagliata incisione della pietra a descrivere le rughe e la pelle, possono essere ricollegate all’arte di Niclaus Gerhaert (Nikolaus von Leyden, Nicolas de Leyde; c. 1420-dopo il 1472).

Niclaus Gerhaert è stato indubbiamente tra i più importanti e influenti scultori dell’Europa settentrionale del XV secolo. Tra il 1462 e il 1467 Gerhaert lavora a Strasburgo, dove completa il Portale della Cancelleria di Strasburgo: la Testa virile con Turbante offre notevoli termini di paragone con il pezzo in esame.

A destra: Niclaus Gerhaert, Testa di Profeta con Turbante (dalla Cancelleria di Strasburgo), c. 1463. Strasburgo, Museo Œuvre Notre-Dame.

Il suo talento nella resa dei dettagli naturalistici e dei volti in particolare, profondamente radicata nell’arte della sua terra d’origine, l’Olanda, è influenzato dai più grandi scultori della stessa area come Claus Sluter ed è determinante per due artisti come Veit Stoss e Tilman Riemenschneider.

Tuttavia, il linearismo gotico tipico della scultura della fine del XV secolo (come quella di Gerhaert, ma anche di altri scultori della medesima area come Lux Kotter, Veit Wagner o Nicolas de Haguenau, segnatamente nel’altare di Issenheim, ora a Colmar, Unterlinden Museum) viene qui superato, verso un modo più realistico e naturale di descrivere la chioma, la pelle e il volto in generale, suggerendo di datare la scultura qui presentata alle prime decadi del XVI secolo.

Per quanto riguarda il soggetto rappresentato, si tratta probabilmente di san Paolo: infatti, l’iconografia dell’Apostolo, come testimoniato dall’arte e dalla letteratura, nell’enfatizzare le sue qualità intellettuali riprende quella dei Filosofi (calvizie, ampia fronte aggrottata); inoltre, la barba veniva tradizionalmente associata agli Ebrei, così come il naso sporgente.

A destra: Hans Baldung Grien, San Pietro (particolare), 1519. New York, Metropolitan Museum.

La forza drammatica di questo volto è il risultato delle intense ombre ottenute tramite un profondo lavoro di scalpello; inoltre, la raffigurazione realistica della vecchiaia nell’arte gotica e tardogotica era usata per identificare i Santi come asceti e uomini spiritualmente sacri. Talvolta, questo realismo conferisce ai volti quasi la dignità di un ritratto.

Il realismo, d’altronde, è una caratteristica tipica della cultura visiva franco-fiamminga e compare egualmente nella scultura lignea, nella pittura e nelle incisioni, come quelle di Martin Schongauer, Albrecht Dürer e Hans Baldung Grien.

TESTA DI SAN PAOLO
Pietra calcarea con tracce di policromia
Francia (Strasburgo?)
Prima metà XVI secolo
H cm 24

Provenienza: Collezione Boccador (Parigi)

Riferimenti: Niclaus Gerhaert: der Bildhauer des Späten Mittelalters, catalogo della mostra (Liebieghaus Skulpturensammlung, Frankfurt am Main, 27 Ottobre 2011- 4 Marzo 2012; Musée de l’Œuvre Notre-Dame, Straßburg, 30 Marzo -8 Luglio 2012) a cura di S. Roller; Martin Büchsel, Die wachsame Müdigkeit des Alters. Realismus als rhetorisches Mittel im Spätmittelalter, in “Artibus et Historiae” , Vol. 23, No. 46 (2002), pp. 21-35.

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