Un bronzetto lombardo riscoperto
Questa inedita statuetta di bronzo riproduce in piccolo uno dei più noti capolavori della scultura lombarda di fine Cinquecento: la Madonna Assunta in marmo scolpita da Annibale Fontana (1540-1587) per la facciata della chiesa milanese di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso. Realizzata nel 1583-1584 e messa in opera nel 1590, solo trent’anni dopo la scultura fu ricoverata all’interno della chiesa, per preservarla dalle intemperie, e sostituita con una copia realizzata da Gerolamo Prevosti.
La scultura divenne immediatamente celebre, tanto da essere presa a modello, insieme ad altre opere del maestro, da vari artisti del Seicento. Del resto molti dei suoi bozzetti in cera e terracotta erano confluiti nelle raccolte della Biblioteca Ambrosiana, fondata dal Cardinal Federico Borromeo nel 1607, dove sarebbero stati ampiamente studiati e copiati. Il riutilizzo delle invenzioni del Fontana dopo la sua morte non è dunque infrequente e trova riscontro anche nell’ambito dell’oreficeria milanese.
Un esempio significativo è quello di un prezioso reliquiario in argento – un tempo conservato nel Tesoro della stessa chiesa milanese di San Celso – eseguito probabilmente qualche anno più tardi (ma sicuramente entro il 1611, anno di morte della donatrice, Delia Spinola). Nel reliquiario, la figura centrale riprende l’Assunta di Fontana, mentre ai lati, le statuette degli Angeli con la tromba, riproducevano in argento quelli in marmo (eseguiti nel 1587 sempre da Fontana), ancora oggi collocati sul coronamento della facciata, ai lati della copia della Madonna.
Di questo reliquiario si sono perse le tracce, ma ne esiste una testimonianza fotografica del 1930. Tuttavia, il confronto tra la versione dell’Assunta in bronzo qui presentata e quella in argento, oggi possibile solo attraverso la vecchia fotografia, non lascia dubbi sul fatto che entrambe siano state fuse da uno stesso modello: ne fanno fede le dimensioni, la precisa corrispondenza delle pieghe del panneggio e il dettaglio della frangia del manto della Vergine che, assente nel marmo di Fontana, compare invece nelle due statuette. Alle caratteristiche dei diversi materiali di fusione va invece riferita la maggiore finezza della versione in argento, mentre la differenza di 4 mm tra l’altezza del bronzo (23, 6 cm) e quella dell’argento (24 cm) è abbastanza piccola per pensare che siano state entrambe fuse a partire dallo stesso modello.
A fornire i modelli utilizzati dall’argentiere per fondere le statuette del reliquiario di San Celso, e di conseguenza anche per fondere la versione in bronzo della Madonna, è stato probabilmente Gian Andrea Biffi (1580 circa – 1631), tra i più accreditati scultori del momento, allora attivo presso la Fabbrica del Duomo di Milano e documentato, all’inizio del Seicento e in diverse occasioni, per aver fornito modelli in cera, ispirati alle opere del Fontana, destinati alla fusione di oggetti liturgici. Allo stile del Biffi rimanda anche il modellato sintetico con cui sono individuati i volti, segnati da un marcato patetismo che ricorda certe soluzioni pittoriche di Cerano: un artista con il quale Biffi spesso collaborava.
In conclusione, è possibile immaginare che il bronzetto dell’Assunta qui analizzato sia da collegare in particolare alla complessa vicenda che riguarda il “tabernacolo novo” per l’altare maggiore di San Celso: un’opera che aveva avuto il suo avvio nel 1600, coinvolgendo per le fusioni il bresciano Camillo Cappi in collaborazione con Gaspare Mola, ma che alla fine non fu mai realizzata.
Tra i vari disegni seicenteschi associati al progetto del tabernacolo per San Celso ce n’è uno, anonimo, che presenta nel timpano una statuetta, che è evidentemente una riduzione della Assunta di Fontana: non è escluso quindi che, a un certo punto, si fosse pensato di inserire nel nuovo tabernacolo una statuetta in bronzo, come quella in oggetto, e che poi lo stesso modello venisse riutilizzato per fondere la versione in argento per il reliquiario appena menzionato.
Gian Andrea Biffi (1580 circa – 1631), su modello di
Madonna Assunta
Bronzo
H. cm 23,6
Studio critico della dott.ssa Susanna Zanuso (2021)
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