L’energia creativa di Umberto Mastroianni

“Uno dei temi dominanti nella scultura di Mastroianni è l’antagonismo di forma e spazio. Si può dire che per l’artista la forma nasce dalla distruzione dello spazio, raggiunge la propria pienezza quando ha fatto intorno a sé il vuoto, quando cessa di reagire alla luce e all’atmosfera, al vicino e al lontano, e determina da sé con il ritmo sicuro dei volumi e dei piani le proprie condizioni di luce, di atmosfera e le proprie condizioni prospettiche”.

Il critico d’arte Giulio Carlo Argan così sintetizzava nel 1958 la poetica artistica di Umberto Mastroianni (1910 – 1988), uno degli scultori italiani più rappresentativi del secolo scorso. Mastroianni esordisce in campo classico-figurativo negli anni ’30, ma è solo dopo aver assimilato e tradotto gli stimoli provenienti dal Futurismo e da alcune importanti figure delle avanguardie europee che, negli anni Cinquanta, trasforma radicalmente la propria modalità espressiva creando opere di forte impatto visivo e di grande suggestione.

La grande e articolata produzione di Mastroianni, artista dal “corso impetuoso e allo stesso tempo regolare” (Argan), è sostanzialmente incentrata su un grande lavoro materico svolto utilizzando principalmente bronzo, rame, acciaio e argento, oltre a legno ed infine gesso – materiale da sempre utilizzato da tutti gli scultori fin dal loro primo apprendistato, poi in modo ricorrente nel corso della loro carriera.

 

 

Tra la fine del 1979 e l’inizio del 1980 viene allestita a Palazzo dei Diamanti di Ferrara un’importante mostra retrospettiva dal titolo “Rilievi cromatici 1941-1979”, curata da Giulio Carlo Argan e Cesare Brandi e accompagnata da un ricco catalogo dal titolo “Umberto Mastroianni. La simbologia delle forme”. Tra le opere selezionate erano esposte anche tre bassorilievi realizzati in gesso, uno dei quali è quello qui presentato.

“Gesso n. 3”, realizzata nel 1964, è un bassorilievo dal fascino psichedelico, caratterizzato dalla dominanza del colore grigio nelle varie sue sfumature, e da una superficie con scanalature, dune, lacerazioni, abrasioni, coagulazioni. Una sorta di paesaggio lunare in cui ancora una volta Mastroianni conferma la centralità da lui attribuita al lavoro sulla materia, su cui lascia le tracce del suo operato.

I lavori in gesso occupano certamente un piccolo spazio all’interno della produzione artistica dello scultore, tuttavia è innegabile che anche attraverso queste opere egli esprima tutta la sua infinita devozione per la materia e allo stesso tempo voglia comunicarci quella che secondo lui è la missione ultima dell’arte, la quale “comunica direttamente impulsi vitali, trasmette potenti energie creative, mette in moto l’immaginazione” (Bucarelli).

 

 

LA MATERIA DIVENTA LINGUAGGIO – Un dialogo tra Umberto Mastroianni e Gianfranco Frattini

Dal 5 aprile al 31 maggio 2025

10 – 18

Via San Giovanni sul Muro 3, 20121 Milano

+ 39 02 86460928

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