Un importante Cassone italiano del Rinascimento

Questo eccezionale cassone, realizzato unendo spesse tavole di noce tramite raffinati incastri a coda di rondine, rappresenta la perfetta combinazione di sicurezza ed eleganza. La superficie esterna è riccamente ornata sul fronte da una serie di cinque manigliette decorative in ferro – ciascuna dotata di una fine piastra di fondo a losanga, traforata e incisa – e da un’elegante serratura centrale à moraillon che si dirama in quattro bandelle con terminali quadrangolari traforati; la serratura, in ferro forgiato, finemente inciso e traforato, viene aperta da una prima chiave che libera il moraillon, svelando l’accesso ad un’altra serratura interna comandata da una seconda chiave. Entrambe le chiavi presentano la classica impugnatura ‘a rosone’ di tipo veneziano.
Ai lati del mobile sono fissate due grandi maniglie per il trasporto, in ferro forgiato e inciso, anch’esse dotate di analoghe piastre di fondo traforate.

Il grande coperchio piano è provvisto alle estremità di due travetti antieffrazione, terminanti anteriormente in una protome leonina scolpita; la superficie interna è decorata con un ricco intarsio di legni diversi a nodi geometrici, di gusto orientaleggiante, affini ai motivi presenti sui tessuti coevi, ben documentati nei dipinti; il coperchio è raccordato al corpo della cassa tramite grandi cerniere in ferro, anch’esse impreziosite dal traforo, dall’incisione e dallo sbalzo.

Le ferramenta interne ed esterne sono tutte collocate sopra un tessuto a contrasto, secondo una tradizione d’ispirazione ispano-moresca documentata nel mobile veneziano già intorno alla metà del Quattrocento.

L’interno del cassone è dotato su tre lati di cassettiere con coperchio a ribalta. A sinistra, il coperchio nasconde un vano, con finti cassetti sul fianco, dotato di una serratura comandata da un’ulteriore chiave con impugnatura ‘a rosone’; sul lato lungo e su quello destro sono disposte cassettiere a 8 e 4 cassetti con fronte intarsiato e piccoli pomelli torniti in osso.

I cassoni-forziere di questa tipologia sono tra le punte di diamante della storia del mobile tardogotico dell’Italia Settentrionale e sono ben documentati in area lombardo-veneta: negli inventari cinquecenteschi erano descritti come Casse alla veneziana. Realizzati da maestri attivi tra la metà del Quattrocento e gli inizi del secolo successivo, questi mobili sono tipicamente dotati di raffinate e particolarissime applicazioni in ferro, con ogni probabilità eseguite in area alto-veneta; gli esempi più prestigiosi sono ulteriormente impreziositi da accurati intarsi ‘alla certosina’ che ne ornano le superfici interne, rendendoli emblematici testimoni della più elevata ebanisteria del tempo.

Questo importante e sofisticato modello di cassone era peraltro realizzato in vari formati: dai piccoli contenitori larghi poche decine di centimetri  fino a quelli monumentali, come quello qui presentato, che si distingue per la particolare ricchezza della decorazione intarsiata, per le numerose e raffinate applicazioni in ferro, oltre che per il suo ottimo stato di conservazione.

A sinistra, Cassone (Londra, Victoria and Albert Museum); a destra, Cassone (Milano, Castello Sforzesco).

I cassoni-forziere così elaborati erano lussuosi arredi di alta rappresentanza, atti a denotare il prestigio di importanti e ricche famiglie che in genere li commissionavano per esibirli nell’ambiente principale della propria dimora. Vari esempi consimili sono conservati in ambito museale (Castello Sforzesco di Milano; Galleria del Mobile di Palazzo Madama a Torino; Castello di Monselice – Collezione Cini; Palazzo di Ezzelino di Padova; Victoria and Albert Museum di Londra) mentre altri sono ancor oggi custoditi e tramandati da alcune famiglie nobili italiane.

CASSONE-FORZIERE
Legno di noce con intarsi in legni vari; ferro forgiato, traforato, sbalzato e inciso.
Italia Settentrionale
Inizi del XVI secolo
Cm 148 x 64 x 65 h
Provenienza: Italia, famiglia aristocratica.

Riferimenti: C. Alberici, Il mobile lombardo, Milano, 1969, p. 34; E. Colle, Museo d’Arti Applicate. Mobili e intagli lignei, Milano 1996, pp. 155-157 n. 212; AA.VV., Oltre la Porta. Serrature, chiavi e forzieri dalla preistoria all’età moderna nelle Alpi orientali, catalogo della mostra di Trento, 1996, p. 192, n. 99.

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