Questo bellissimo busto in terracotta, un prodotto tipico e inconfondibile della scultura veneziana di età barocca, è modellato anche nella parte posteriore, secondo un modus operandi tipico della plastica veneziana del Seicento e del primo Settecento.
Si tratta molto probabilmente di una ‘testa di carattere’, secondo un’espressione che veniva spesso impiegata nel Settecento per indicare quelle mezze figure che non rappresentavano dei veri e propri ritratti, quanto piuttosto dei soggetti di genere, detti anche ‘scherzi’, ‘capricci’, o ‘teste di fantasia’. Queste teste si incontrano tanto nel corpus di Giambattista Tiepolo quanto in quelli di Giambattista Piazzetta o di Giuseppe Nogari, e hanno un precedente importante proprio nei busti di celebri scultori veneziani attivi a partire dalla seconda metà del Seicento, quali Giovanni Bonazza, Orazio Marinali e Michiel Fabris detto Ongaro.
Alla radice di tutto quel fenomeno vi è però l’opera del grande rinnovatore della plastica veneziana di metà secolo: il fiammingo Giusto Le Court (Ypres 1627- Venezia 1679), autore dei due splendidi busti di Eraclito e Democrito del Museo de Arte di Ponce (Puerto Rico), vero prototipo per le molte successive redazioni di questo tema iconografico.
Il busto si erge sopra una base quadrangolare, ed è avvolto da un panneggio di stampo classicista che copre parte del torace ed una spalla, attorcigliandosi dall’altro lato attorno al braccio sinistro. Il torso è inoltre caratterizzato dalla modernissima ed inconsueta peluria intorno all’unico capezzolo scoperto e tra i pettorali. La testa è girata verso destra e la barba arricciata copre il mento e parte del viso, insieme ad un paio di folti baffi e delle vistose sopracciglia. Una fascia avvolta attorno al capo lascia intravedere i capelli che incorniciano le orecchie e la sommità della testa. L’espressione del personaggio è corrucciata e minacciosa, con le sopracciglia contratte come a fissare la fonte del suo disappunto.
Il modo di scegliere e definire i particolari dettagli costituisce insieme agli altri un ulteriore indizio che porta decisamente nella direzione di Le Court, il quale avrebbe caratterizzato nello stesso modo il Prigioniero di destra del Monumento a Caterino Cornaro (Padova, Sant’Antonio, 1672-1674). Un confronto interessante ai fini dell’attribuzione è offerto inoltre dal volto del Telamone di sinistra del Monumento a Giorgio Morosini (Venezia, San Clemente, 1677 – 1678): un vecchio dalla fisionomia simile a quella del busto in esame.

A sinistra: Giusto Le Court, Saturno, marmo. Stra, Museo Nazionale Villa Pisani
Inoltre, la scultura qui esaminata si confronta bene anche con un altro esempio marmoreo, che probabilmente rappresenta Saturno, che fa parte di una serie di 28 busti marmorei conservati al piano nobile di Villa Pisani a Stra.
Del fiammingo non ci rimangono molti busti in terracotta, ma andranno almeno citati due piccoli esemplari di collezione privata, simili anche per la loro forte caratterizzazione.
Proporre una datazione precisa per questa terracotta non è semplice, ma grazie all’accostamento con le altre opere citate è plausibile suggerire una collocazione cronologica entro gli anni Sessanta del Seicento.
Giusto Le Court
(Ypres 1627- Venezia 1679)
BUSTO VIRILE
Terracotta
1660 circa
Altezza: 78 cm
Studio del Prof. Andrea Bacchi
OPERA NON DISPONIBILE