Un’elegante Vergine dell’Annunciazione

La scultura qui presentata raffigura la Vergine Maria intenta a recepire le parole dell’Arcangelo Gabriele, con le mani in preghiera e inginocchiata davanti a un elegante pulpito dai profili modanati. Immersa nella lettura del testo sacro, volge lo sguardo in basso con un elegante chinarsi della testa in segno di sommessa accettazione del miracolo. La figura si staglia contro il baldacchino che circonda il letto.
Colpisce senz’altro il volto della donna, dolce, elegante e dai tratti particolarmente fini, incorniciato da una folta chioma ricciuta.

Il legno utilizzato e la taglia della scultura confermano con certezza l’appartenenza originale dell’altorilievo a una pala d’altare scolpita, dedicata alle Storie della Vergine. Questa tipologia di rilievi, tipica del mondo nordeuropeo, si distingue per la rappresentazione, in spazi limitati, di una molteplicità di episodi biblici con un vivacissimo spirito narrativo.
Affiancata sul lato destro, doveva trovarsi un scultura, analoga, raffigurante l’Arcangelo annunciante.

Qui, la maniera monumentale che caratterizza i panneggi e il dettaglio dei capelli della Vergine, sciolti e lunghi che le ricadono sul petto con due ciocche inanellate, sono elementi tipici di un linguaggio artistico già pienamente rinascimentale, come confermano altresì la forma del leggìo e la foggia dell’abito: entrambi si ritrovano, molto simili, nei dipinti e nelle incisioni del manierismo fiammingo.
Si tratta infatti di un’opera sicuramente realizzata in area fiamminga e forse in una parte meridionale delle Fiandre influenzata dalla cultura mediterranea, come mostrano i volumi ampi ma semplici e la posa naturale della Vergine; un’ulteriore conferma è costituita anche dall’espressione composta del volto della Vergine, priva di quell’enfasi sui dettagli, esasperati talvolta al limite del caricaturale, tipica dell’arte fiamminga.
Inoltre, la foggia classicheggiante, d’ispirazione romana del baldacchino -che funge da drappo d’onore- si ritrova in molte immagini intorno alla seconda metà del Cinquecento: ciò costituisce così un’ulteriore conferma della cronologia proposta.

Hieronymus Wierix (1563 – ante1619), Annunciazione (particolare). Amsterdam, Rijksmuseum.

Il tema dell’Annunciazione, molto diffuso nel mondo Cristiano, racconta il momento dell’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria, col quale le comunica che lei diverrà la madre del figlio di Dio.
L’iconografia della Vergine inginocchiata, intenta alla lettura e alla preghiera, sorpresa in un ambiente domestico dall’arrivo dell’Arcangelo Gabriele, è attestata in tutta Europa sin dal Medioevo.
La versione che vede l’Arcangelo arrivare alle spalle di Maria, e il suo conseguente voltarsi come di scatto, mostra un espediente narrativo che sottolinea ancor di più l’essenza immateriale dell’Arcangelo e la completa innocenza e devozione della giovane donna.

La fortuna iconografica della Vergine Annunciata in ambito nordeuropeo è ben testimoniata anche attraverso i celebri e diffusi rilievi in alabastro prodotti a Malines nel corso del XVI secolo, come quelli presenti in svariate collezioni pubbliche e private fiammighe, coevi alla scultura qui presa in esame.

Due rilievi in alabastro con l’Annunciazione, Mechelen / Malines, 1550-1600. Sinistra: Groot, Kasteel van Loppem | Destra: Bruges, Klooster Zwartzusters Augustinessen.

Tuttavia, nel panorama della scultura d’Oltralpe e più in particolare, tra i soggetti rappresentati tipicamente nei retabli lignei di questo periodo, l’iconografia della Vergine Annunciata è piuttosto insolita.
Tra le rare sculture che raffigurano questo particolare soggetto possiamo menzionare la versione, precedente, di Adriaen van Wesel (Utrecht, 1417- post 1490) del Gruuthusemuseum di Bruges, databile alla fine del XV secolo.

Adriaen Van Wesel, Vergine leggente (frammento di retablo). Bruges, Gruuthusemuseum.

In ogni caso, l’iconografia della Vergine Annunciata deve sicuramente il suo successo grazie anche alla circolazione delle stampe, come per esempio quella illustrata poco sopra, che risulta particolarmente eloquente nel dettaglio del baldacchino circolare.

Ad un’attenta osservazione, la nostra Vergine mostra ancora alcune piccole tracce di una policromia antica: l’incarnato sulle mani, tracce di blu sul manto, di rosso sull’abito e di oro sul manto, sul leggìo e sul taglio delle pagine del libro.
In rapporto ai rari esemplari noti attraverso i più importanti repertori fotografici, la nostra scultura si distingue senz’altro per la qualità dell’intaglio, le equilibrate proporzioni e, infine, per le sue condizioni conservative del tutto rimarchevoli, data la completezza dei dettagli più fragili.

VERGINE DELL’ANNUNCIAZIONE
Fiandre meridionali
Secolo XVI, seconda metà
Legno di quercia
Cm 30 x 7,5 x 47h

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